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giovedì 28 aprile 2011

II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO



















Colore liturgico: Bianco
Antifona d'ingresso

Come bambini appena nati,
bramate il puro latte spirituale,
che vi faccia crescere verso la salvezza. Alleluia. (1Pt 2,2)

Colletta


Dio di eterna misericordia,
che nella ricorrenza pasquale
ravvivi la fede del tuo popolo,
accresci in noi la grazia che ci hai dato,
perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza
del Battesimo che ci ha purificati,
dello Spirito che ci ha rigenerati,
del Sangue che ci ha redenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 2,42-47)
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune.

Dagli Atti degli Apostoli
[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.
Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 117)
Rit: Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

SECONDA LETTURA (1Pt 1,3-9)
Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.
Parola di Dio

SEQUENZA
[Facoltativa]

Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.
Canto al Vangelo (Gv 20,29)
Alleluia, alleluia.

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.

VANGELO (Gv 20,19-31)
Otto giorni dopo venne Gesù.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

La realtà che ci rende Chiesa, fratelli e sorelle, è la presenza di Gesù risorto in mezzo a noi. Nella gioia che è frutto di questa consapevolezza, eleviamo al Padre le nostre preghiere. Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché le Chiese e le comunità cristiane si incamminino con decisione e passione sulla strada della piena unità. Preghiamo.

2. Perché i cristiani, che si riuniscono nell’assemblea domenicale per celebrare la santa Eucaristia, sperimentino il senso della festa e della comunione fraterna intorno a Cristo risorto. Preghiamo.

3. Per tutti coloro che sono increduli o dubbiosi, perché il Signore risorto si manifesti nella loro vita e li attragga a sé con il suo amore misericordioso. Preghiamo.

4. Per coloro che hanno il compito di annunciare il Vangelo, perché proclamino con la vita ciò che credono con il cuore. Preghiamo.

5. Per la nostra comunità, perché sia animata da una fede autentica, vissuta nell’ascolto assiduo della Parola e nella carità fraterna. Preghiamo.

Ascolta, o Padre, le nostre preghiere ed esaudiscile con la tua bontà, perché sappiamo essere cristiani veri e sinceri, nella pace e nella comunione fraterna. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Accogli con bontà, Signore.
l’offerta del tuo popolo [e dei nuovi battezzati]:
tu che ci hai chiamati alla fede
e rigenerati nel Battesimo,
guidaci alla felicità eterna.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO PASQUALE I
Cristo agnello pasquale

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore,
e soprattutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
È lui il vero Agnello
che ha tolto i peccati del mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.
Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l’umanità esulta su tutta la terra,
e con l’assemblea degli angeli e dei santi
canta l’inno della te non essere incredulo, ma credente”. Alleluia. (cf. Gv 20,27)

Preghiera dopo la comunione

Dio onnipotente,
la forza del sacramento pasquale che abbiamo ricevuto
continui a operare nella nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE

È possibile abbandonare i sepolcri?

Riuscire, in qualche modo, a dare corpo alla speranza dell’annuncio di Gesù risorto?
Abbiamo appena celebrato i grandi giorni della Pasqua, una festa che si è prolungata per otto giorni. In questa giornata, nel passato, ad una settimana dalla grande notte, i neo-battezzati deponevano le vesti bianche ricevute per indicare la loro nuova dignità.
È la domenica in albis, in bianco.
Sembra una storia a lieto fine: il crocefisso è risorto, il dolore è superato, lui non è più prigioniero della morte.
Magnifico. Bel finale. Un applauso.
Il problema è che ci sono molte sorelle, molti fratelli, che hanno saputo dell’evento, che hanno udito l’annuncio, che sono stati raggiunti dalla grande novità. Ma che sono ancora nel dolore: la resurrezione, se c’è stata, non li ha raggiunti.
Gesù è risorto, certo. Buon per lui.
Non ditelo a Tommaso.

Sangue

La sera di Pasqua il maestro ha raggiunto i discepoli. Storditi, attoniti, lo hanno accolto, senza capire, ancora e ancora, cosa sia veramente successo. Ma è vivo, questo solo conta. Le donne avevano ragione. Sono pieni di gioia, i pavidi apostoli, la speranza si è riaccesa, come un turbine, come un’onda che sale lentamente. È vivo, questo è certo. Lo hanno visto, lo hanno riconosciuto.
Ma allora.
Allora ciò che egli ha detto ha uno spessore diverso.
Allora, chi è veramente Gesù?
Allora…
Tommaso è assente. Quando torna, i suoi amici gli danno la notizia, confusi e stupiti.
È gelida la risposta di Tommaso.
No, non crede.
Non crede a loro. Loro che dicono che Gesù è risorto, dopo essere fuggiti come conigli, senza pudore. Non crede, Tommaso, alla Chiesa fatta da insopportabili uomini fragili che, spesso, nemmeno sanno riconoscere la propria fragilità. Non crede ma resta, e fa bene.
Non fugge la compagnia della Chiesa, non si sente migliore. Rassegnato, masticato dal dolore, segnato dal sogno infranto, ancora resta. Tenace.
Torna Gesù, apposta per lui.

Sofferenza

So che hai molto sofferto, Tommaso. Anch’io, guarda qui.
Gli mostra le mani, il risorto, trafitte dai chiodi.
Ora cede, Tommaso, il grande credente. Si getta in ginocchio, piange, come un bambino che ritrova i propri genitori. Piange e ride e, primo, professa la fede che sarà di tutti: Gesù è Signore e Dio.
Può il dolore avvicinarci a Dio?
Sì, se scopriamo che Dio lo condivide senza riserva.
Il risorto, ormai, lo riconosciamo solo attraverso dei segni: le bende, la voce, il pane spezzato, il segno della pesca. Ma anche le ferite del risorto, la partecipazione al dolore di Dio diventano segno.
Non ditelo a Giovanni Paolo.

Papi

L’ho conosciuto bene, Giovanni Paolo. Ha segnato una generazione con il suo modo innovativo di essere Papa, con la sua straordinaria presenza che radunava le folle, con il suo carisma mediatico che ha stupito più di uno scettico. Il Papa polacco venuto dall’oppressione nazista e sovietica, il papa dei grandi gesti, dei viaggi, il difensore degli ebrei. Un gigante.
Che ha voluto celebrare il solenne Giubileo del duemila come una grandiosa purificazione delle memoria ferita del cristianesimo.
Poi, ne sono certo, avrebbe voluto chiudere così la sua vita.
Ma il Signore lo aspettava per l’ultima, tragica testimonianza.
Il Parkinson se lo è mangiato pezzo dopo pezzo, facendo del vigoroso e atletico pontefice un povero vecchio, portandogli via il movimento, la parola, tutto, mentre chi lo aveva applaudito iniziava una nuova guerra.
E quel vecchio tenace è diventato icona di speranza, senza saperlo.
Profezia di un altrove che, nel mondo dell’immagine, dell’efficienza, del giovanilismo, ha scosso tutti.
Oggi la Chiesa lo proclama beato.
Misericordia
Lui ha voluto fare di questa domenica la festa della misericordia.
Il risorto ci viene incontro colmando il nostro cuore di benedizione, di tenerezza, di gioia.
Animo, fratelli ancora nell’ombra: Tommaso è il patrono dei ritardatari.
Animo, fratelli segnati dalla malattia, Dio può fare di voi un capolavoro, come con papa Giovanni Paolo.
Animo, fratelli scoraggiati, la misericordia ci salva.

mercoledì 20 aprile 2011

MESSA CRISMALE

CATTEDRALE DI SAN LORENZO-PERUGIA














Si tiene mercoledì santo, la celebrazione diocesana della Messa Crismale. La suggestiva liturgia, così chiamata dal principale rito che vi si svolge, la benedizione del sacro crisma, è caratteristica della settimana santa; liturgicamente dovrebbe tenersi la mattina del giovedì santo, ma per permettere sia a molti sacerdoti (che domani saranno impegnati nelle parrocchie della diocesi con l'avvio del triduo pasquale) sia ai fedeli laici di partecipare in modo più significativo e abbondante,la celebrazione è anticipata al mercoledì sera alle ore 17.00 Tutto il presbiterio sarà così radunato attorno al pastore della Diocesi insieme alla rappresentanza dell'intera Chiesa locale: diaconi, frati, suore e laici.Alla Messa Crismale parteciperanno anche 800 ragazzi e ragazze che nell’Anno liturgico riceveranno la Cresima, accompagnati dai loro catechisti. Per tutti questi cresimandi sarà una giornata particolare, caratterizzata dal loro “Grande Meeting”. E’ un evento organizzato dagli Uffici Catechistico e per la Pastorale giovanile e dai padri Salesiani, nel cui Istituto, a partire dalle ore 9.30, accoglieranno gli 800 cresimandi con attività di catechesi e giochi. Nel corso della mattinata è prevista la presenza di mons. Bassetti e, nel primo pomeriggio, ci sarà una catechesi sul tema della GMG 2011: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”. Intorno alle ore 16, tutti i partecipanti al “Grande Meeting” lasceranno l’Istituto Don Bosco per raggiungere insieme la cattedrale, attraversando corso Vannucci. Presenteranno, durante l'apposito momento (con la suggestiva processione accompagnata dall'antichissimo inno " O Redemptor"), l'olio da benedire che, misto a profumo, sarà consacrato dal vescovo come Crisma.
 Insieme sarà benedetto anche l'olio degli infermi e l'olio dei catecumeni, che poi saranno portati dai parroci in tutte le parrocchie accolti nella celebrazione di domani, la Messa nella Cena del Signore. Durante la Messa crismale, i preti rinnoveranno dinanzi a mons. Bassetti anche le loro promesse sacerdotali. L'appuntamento è per oggi alle ore 17.00 nella Cattedrale di S. Lorenzo

A tutti i Sacerdoti diocesani, ai diaconi e religiosi che prenderanno parte a questa celebrazione è rivolto l’invito a portare con se amitto, camice, cingolo e stola bianca salvo diversa comunicazione

lunedì 18 aprile 2011

CATTEDRALE DI SAN LORENZO

                       17-24 Aprile 2011


        Settimana Santa
                 Cristo è veramente risorto,alleluia
               
            















17 Aprile-      Domenica delle Palme

           Ore 10.00- Piazza IV Novembre, Palazzo Arcivescovile

                             LITURGIA DELLA BENEDIZIONE DELLE PALME

                            Processione fino in Cattedrale e Santa Messa presieduta
                            da Mons.Arcivescovo.

                            Altre Sante Messe ore 8.30 e 18


18-19 Aprile- Lunedì e Martedì Santo

                           Celebrazione orario feriale

20 Aprile-      Mercoledì santo

Ore 17.00-          S -MESSA CRISMALE-BENEDIZIONE DEGLI OLI

                           Concelebrano con Mons.Arcivescovo, i sacerdoti diocesani e
                           Religiosi.
                           Sono invitati a partecipare tutti i fedeli e in particolare i
                           ragazzi che si preparano a ricevere il Sacramento della Cresima.

21 Aprile-      Giovedì Santo

Ore 9.00-            Liturgia delle Ore presieduta da Mons. Arcivescovo con la
                            partecipazione dei canonici di San Lorenzo

Ore 18.00-          Messa nella Cena del signore e lavanda dei Piedi
                            Dopo la Messa l’adorazione all’altare della reposizione della
                            S.S. eucaristia si protrarrà fino alle ore 24 e sarà animata dai
                            chierici del seminario.

22 Aprile-      Venerdì Santo

Ore 9.00-             Liturgia delle Ore presieduta da Mons. Arcivescovo con la
                             partecipazione dei canonici di San Lorenzo.

Ore 18.00-           Celebrazione della Passione del Signor

Ore 21.00-           Cattedrale : Via Crucis

23 Aprile-       Sabato Santo

Ore 9.00-             Liturgia delle Ore presieduta da Mons. Arcivescovo con la
                            partecipazione dei canonici di San Lorenzo.

Ore 22.00-          CHIOSTRO DELLA CATTEDRALE:INIZIO DELLA
                            SOLENNE VEGLIA PASQUALE.

24 Aprile-        Domenica di Pasqua:Risurrezione del Signore

Ore 11.30-      SANTA MESSA SOLENNE, PRESIEDUTA DA
                       MONS.ARCIVESCOVO
                       Alre Sante Messe ore 8.30-10-18

giovedì 14 aprile 2011

DOMENICA DELLE PALME (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO
        del 17 Aprile 2011

















Colore liturgico: Rosso

ANTIFONA

Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
è il Re d'Israele.
Osanna nell'alto dei cieli. (Mt 21,9)
Il sacerdote saluta il popolo con queste parole:
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
Quindi rivolge al popolo una breve esortazione, per illustrare il significato del rito e per invitarlo a una partecipazione attiva e consapevole:
Fratelli carissimi, questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con le opere di carità fin dall'inizio della Quaresima.
Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione.
Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione.
Dopo questa esortazione, il sacerdote dice a mani giunte una delle orazioni seguenti:
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
benedici + questi rami [di ulivo],
e concedi a noi tuoi fedeli,
che accompagniamo esultanti il Cristo,
nostro Re e Signore,
di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Segue la proclamazione del Vangelo dell'ingresso del Signore.
VANGELO (Mt 21,1-11)
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”». I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
Parola del Signore.
Dopo il Vangelo si può fare, secondo le circostanze, una breve omelia. Per dare l'avvio alla processione, il celebrante, o un altro ministro, può fare un'esortazione con queste parole:
Imitiamo, fratelli carissimi, le folle di Gerusalemme, che acclamavano Gesù, Re e Signore, e avviamoci in pace.
Ha quindi inizio la processione verso la chiesa, nella quale si celebra la Messa. Durante la processione, il coro e il popolo eseguono i canti adatti alla celebrazione.
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che hai dato come modello agli uomini
il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore,
fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce,
fa’ che abbiamo sempre presente
il grande insegnamento della sua passione,
per partecipare alla gloria della risurrezione.
Egli è Dio e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Is 50,4-7)
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso.

Dal libro del profeta Isaìa
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 21)
Rit: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.

SECONDA LETTURA (Fil 2,6-11)
Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stessofacendo si obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,a gloria di Dio Padre.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Fil 2,8-9)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Mt 26,14- 27,66)
 + Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo
- Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
- Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
- Uno di voi mi tradirà
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
- Questo è il mio corpo; questo è il mio sangue
Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
- Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge
Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».
Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.
- Cominciò a provare tristezza e angoscia
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».
Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
- Misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono
Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.
- Vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza
Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».
- Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte
Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
- Consegnarono Gesù al governatore Pilato
Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». Tenuto consiglio, comprarono con esse il “Campo del vasaio” per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore».
- Sei tu il re dei Giudei?
Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.
Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».
Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
- Salve, re dei Giudei!
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
- Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».
Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
- Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.
- Elì, Elì, lemà sabactàni?
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)
Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
- Giuseppe prese il corpo di Gesù e lo depose nel suo sepolcro nuovo
Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatèa, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.
- Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete
Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.
Parola del Signore.

Preghiera dei Fedeli
Nella consapevolezza che la misura dell’amore di Dio per noi è di essere senza misura, eleviamo al Padre le nostre preghiere.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa alzi con coraggio il vessillo della croce, annunciando nel Cristo il Figlio di Dio che si dona e muore per i poveri, i piccoli, i diseredati e gli oppressi. Preghiamo.

2. Perché i cristiani che sono perseguitati in varie parti del mondo abbiano la forza di associare le loro sofferenze ai patimenti di Cristo in croce, fonte della salvezza per l’umanità. Preghiamo.

3. Perché tutti coloro che sono crocifissi dall’ingiustizia e dalla violenza degli uomini trovino neicristiani fratelli solidali e pronti ad offrire un aiuto concreto. Preghiamo.

4. Perché i malati che sentono la morte vicina siano raggiunti dalla pace e dalla consolazione che sgorgano dall’amore di Dio, che ci aspetta nella felicità eterna. Preghiamo.

5. Perché con gli occhi della fede riconosciamo gli insegnamenti della Passione di Gesù e ci rendiamo dono d’amore per i fratelli. Preghiamo.

Ascolta o Padre le nostre preghiere: rendici capaci di accompagnare Gesù nel cammino della croce, per partecipare anche della sua risurrezione. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Dio onnipotente, la passione del tuo unico Figlio
affretti il giorno del tuo perdono;
non lo meritiamo per le nostre opere,
ma l’ottenga dalla tua misericordia
questo unico mirabile sacrificio.
Per Cristo nostro Signore.

 Antifona di comunione
“Padre, se questo calice non può passare
senza che io lo beva,
sia fatta la tua volontà” (Mt 26,42; cf. Mc 14,36; cf. Lc 22,42)

Preghiera dopo la comunione
O Padre, che ci hai nutriti con i tuoi santi doni,
e con la morte del tuo Figlio
ci fai sperare nei beni in cui crediamo,
fa’ che per la sua risurrezione
possiamo giungere alla meta della nostra speranza.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE

BENEDIZIONE E PROCESSIONE

Stiamo cominciando la settimana di Pasqua, fratelli e sorelle. La nostra grande settimana. La settimana del passaggio: quando Gesù, il Signore, passa da questo mondo al Padre, per la via della croce. Noi, con lui, passiamo dalla morte... alla vita. La Pasqua è la festa cristiana. Ed è la festa di tutti: perché tutti ci fa felici la buona notizia che siamo stati salvati da Gesù.
Siamo venuti accompagnati da molti bambini. E voi, bambini e bambine, siete molto importanti: qui, adesso, siete come i bambini ebrei che, con rami di alloro, di olivo e palme acclamavano Gesù dicendogli: Osanna! Sei il migliore! Lui adesso vi vede, vi guarda, vi sorride, vi accarezza il cuore come faceva coi bambini di Gerusalemme. Pensate a lui. Parlategli col cuore, lui vi ascolta.
Fratelli e sorelle, piccoli e grandi, andiamo tutti a ricevere Gesù. È stato proprio lui a prendere l'iniziativa di dare il tono di festa popolare a quella che sarebbe stato il suo ultimo ingresso in Gerusalemme. Ci dava così esempio di generosità e di coraggio. È a pochi giorni dalla sua morte in croce, verso la quale si incammina apertamente, volontariamente. Non sfugge alla sua missione di salvarci. Nemmeno noi dobbiamo sfuggire i nostri compiti, per difficili che possano sembrare. Dobbiamo fare della nostra vita un esercizio di libertà, di fraternità. Lo contempliamo a dorso di un asino, pacifico, comprensivo: passa senza elevare la voce, gradisce quelli che l'acclamano: se essi tacessero, dice, parlerebbero le pietre... Acclamiamolo anche noi: più che stendere manti per far diventare tutto un tappeto la strada, spogliamoci dell'orgoglio, dell'aggressività, offriamo buoni propositi.
Stiamo cominciando la settimana di Pasqua; continuiamola fino alla domenica di Resurrezione. Ovunque siamo, in questi giorni non lasciamo da parte il Vangelo; leggiamolo e preghiamo, soli ed in famiglia. Pensiamo che, soprattutto per Pasqua - il prossimo giovedì, la notte del sabato, la domenica – la mensa dell'Eucaristia è preparata e ci aspetta: siamo gli invitati della festa pasquale. Non facciamo un brutto scherzo al Signore.

MESSA

Abbiamo appena rivissuto la Passione di Gesù secondo la narrazione lasciataci da san Matteo. Facciamo in modo che non ci scivoli via... apriamo gli orecchi, come ci ha consigliato la prima lettura. Anche ad ognuno di noi lo Spirito del Signore ha parlato all'orecchio. Che cosa ci sta dicendo? Vi propongo di fissare l’attenzione su quattro messaggi essenziali, seguendo l'ordine della narrazione.

1. Verrà la delusione. Gesù fa un annuncio doloroso: questa notte tutti voi rimarrete delusi di me: quando vedrete colpito il pastore voi pecore vi disperderete. E avverrà presto, prima che il gallo canti, replica a Pietro, forse il più generoso ed il più presuntuoso, quando questi protesta. Non vi è familiare la profezia del Maestro? Sono deluso... non credo in niente... è tutto un disastro... L'ascoltiamo spesso, o no? Magari lo dico anch’io. Mi ritiro quando vedo ferito Gesù... quando vedo ferita la sua Chiesa?

2. Il dono della forza. D fronte alla prospettiva della Passione, Gesù ha due reazioni. La prima è simile alla nostra di fronte al mistero del male: chiede al Padre l'allontanamento della prova. Subito, però, arriva la seconda, quella definitiva. Cosa che a noi costa molto. Oggi, però più che mai, non possiamo rimanere semplici spettatori della croce di Gesù. La fede ci spinge a condividerla, ad imitare la sua capacità di sacrificio, la sua fedeltà nell'amore, il suo senso di responsabilità. La sensazione di solitudine va aumentando in Gesù man mano che la passione prosegue. Il momento del suo massimo avvicinamento all'uomo che si sente perduto arriverà quando sarà inchiodato alla croce: Dio mio, Dio mio, dirà, perché mi hai abbandonato?

3. La spada nel fodero. La reazione che porta ad usare la spada contro il tradimento e la violenza che si abbattono su Gesù è quella normale del mondo. Anche alcuni cristiani possono soffrire questa tentazione... Ma il Maestro non la vuole. Primo perché è perversa: quelli che impugnano la spada, di spada moriranno. Secondo, perché è inadeguata fino alla ridicolaggine: difendere la causa di Dio con la spada? La vera forza l’aveva manifestata Gesù con la Parola: insegnava nel Tempio ogni giorno... e nessuno fu capace di fermarlo.

4. Ed ora, davanti agli accusatori, col silenzio: Gesù taceva. E tacendo colpiva con forza l'intimo dei suoi accusatori. È maestro della non-violenza: rinuncia alla coercizione fisica per arrivare in modo rispettoso alla persona e metterla di fronte alla sua coscienza. Parla solo per dire la cosa essenziale: è il Messia, il Figlio di Dio. Impariamo dal nostro Maestro, noi, che spesso agiamo tutt’all’opposto: parliamo di noi e delle nostre bazzecole e taciamo, per vigliaccheria su quello che è essenziale: la buona notizia del Regno e della sua giustizia.

Naturalmente questi quattro punti non esauriscono i messaggi che ci vengono dalla Passione di Gesù. Se ci riflettiamo sopra sentiremo che lo Spirito Santo ci suggerirà ancora di più. Manteniamo vivo l'atteggiamento di disponibilità alla sua voce, di preghiera: ti adoriamo, Signore, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

JOAN CARRERA Vescovo ausiliare di Barcellona

CONCERTO PER LA PACE



























                      


                      


                       Il giorno 25 Aprile ore 21


Cattedrale di San Lorenzo


“ A MASS FOR PEACE” Di Karl Jenkins.


Opera straordinariamente coinvolgente per il grande spessore musicale, ma anche e soprattutto per la pregnanza del messaggio che i drammatici recenti avvenimenti rendono terribilmente attuale.

L’evento organizzato dalla Gomena onlus associazione di volontariato perugino ( www.lagomenaonlus.it) si realizza soprattutto grazie alla generosa collaborazione del Capitolo della Cattedrale con la benedizione E IL PATROCINIO DELLA DIOCESI che invita con calore

Tutte le parrocchie,
le associazioni,
i movimenti,

a partecipare, per manifestare la preoccupazione e l’ansia di tutta la Chiesa Perugina per il bene della Pace.

" POTREBBE ESSERE UN MODO PIACEVOLE E POSITIVO DI CONCLUDERE IL GIORNO DI “PASQUETTA” CHE E' ANCHE LA FESTA DELLA LIBERAZIONE, RECANDOSI PER TEMPO NEL CENTRO DELLA CITTA' GODERE LE SUE VIE PIENE DI VITA, MANGIARSI UN GELATO O UNA PIZZA E POI ANDARE AL CONCERTO, NELLA NOSTRA CATTEDRALE.

mercoledì 6 aprile 2011

V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO
10 Aprile 2011
















Colore liturgico: Viola


Antifona d'ingresso

Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;
salvami dall’uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. (Sal 43,1-2)

Colletta

Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso,
perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità,
che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi.
Egli è Dio e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Ez 37,12-14)
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete.

Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 129)

Rit: Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

SECONDA LETTURA (Rm 8,8-11)
Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 11,25.26)

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
chi crede in me non morirà in eterno.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Gv 11,1-45 (forma breve: Gv 11,3-7.17.20)
Io sono la risurrezione e la vita

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Parola del Signore.


Preghiera dei fedeli

Fratelli e sorelle, chiediamo al Padre di accogliere le nostre preghiere, e soprattutto chiediamogli di educare e rendere sempre più piena e radicale la nostra fede, affinché possiamo vivere da cristiani, uomini e donne redenti dal Cristo.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa non si stanchi di annunciare al mondo il valore unico ed insostituibile di ogni persona agli occhi di Dio, preghiamo.

2. Per gli operatori sanitari, perché nella fede si impegnino a promuovere e a difendere la vita, preghiamo.

3. Per gli anziani e per coloro che sono provati dalla malattia, perché sappiano vivere le loro sofferenze come partecipazione alla croce di Cristo, preghiamo.

4. Perché lo Spirito infonda in coloro che sono nel lutto per la perdita di una persona cara la consolazione di Dio e la speranza della vita eterna, preghiamo.

5. Per noi che partecipiamo a questa Eucaristia, perché i fratelli che incontreremo sulle strade del mondo percepiscano la nostra fede nella salvezza e nella vita eterna, preghiamo.

Esaudisci o Padre le nostre suppliche e concedici di custodire i doni che ci elargisci, perché possiamo vivere la nostra esistenza terrena come preludio della comunione eterna a cui tu ci chiami. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Esaudisci, Signore, le nostre preghiere:
tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede,
trasformaci con la potenza di questo sacrificio.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO
La risurrezione di Lazzaro segno della Pasqua.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Vero uomo come noi, egli pianse l’amico Lazzaro;
Dio e Signore della vita, lo richiamò dal sepolcro;
oggi estende a tutta l’umanità la sua misericordia,
e con i suoi sacramenti
ci fa passare dalla morte alla vita.
Per mezzo di lui ti adorano
le schiere degli angeli e dei santi
e contemplano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, Signore,
che si uniscano le nostre voci
nell’inno di lode: Santo...

Antifona di comunione
“Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”,
dice il Signore. (Gv 11,26)

Preghiera dopo la comunione

Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli
di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo,
poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
1 lettura: Ezechiele 37,12-14. Vi infonderò il mio spirito e vivrete.

Il profeta Ezechiele riceve la sua vocazione tra agli esiliati in Babilonia nei primi anni dell'esilio (cf. Ez 1,1-3). Il suo ministero fu determinante per la nascita del giudaismo. La sua predicazione purificò l'esperienza religiosa d'Israele e mantenne viva la speranza del popolo esiliato; a coloro che tornarono nella terra promessa annunciò il fondamento di una nuova religione, basata sulla trasformazione interiore del credente (cf. Ez 36,25-27) e su una nuova presenza di Dio in mezzo al popolo (cf. Ez 43,7.9).

Il Signore fece vedere ad Ezechiele una valle piena di ossa inaridite che riprendono vita e si trasformano in un'immensa moltitudine all’ascolto della parola profetica ed all’infusione dello spirito invocato dal profeta (cf. Ez 37,7-10). Dalla visione si passa alla sua interpretazione, dalla valle delle ossa ai sepolcri (vv. 12-14). Aprire i sepolcri e far uscire i morti sono espressioni simboliche che indicano la fine dell'esilio ed il ritorno del popolo nella terra d'Israele. Il ritorno da Babilonia non è solo un evento storico sorprendente, ma un'autentica resurrezione. La tensione non è semplicemente tra esilio e patria, ma tra vita e morte.

Per mostrare che quest’azione vivificante si basa sulla fedeltà di Dio, Ezechiele usa il vocabolario tipico dell'alleanza ("popolo mio", "saprete che io sono il Signore"). L'efficacia ed il risultato dell'azione vivificante si attribuisce allo spirito che Dio infonde nel popolo ("vi infonderò il mio spirito e vivrete").



2 lettura: Romani 8,8-11. Lo Spirito di colui che ha resuscitato Gesù dai morti abita in voi.
Per Paolo ci sono due forme di esistenza: "secondo la carne", dominati dagli istinti e dalle passioni, o "secondo lo Spirito", vivificati e guidati da Dio. Lo Spirito di Cristo che è lo Spirito di Dio, è donato a quanti credono in lui, come segno efficace di appartenenza (v. 9).
Lo Spirito che abita nel credente, non ispira solo azioni conformi alla verità di Cristo, ma prolunga la sua azione fino a vivificare totalmente la persona ("il vostro corpo mortale"), facendogli superare il limite della morte ed aprendogli il destino dell'immortalità, così come ha fatto nella resurrezione di Cristo (v. 11).



Vangelo: Giovanni 11,1-45. Io sono la resurrezione e la vita.
La resurrezione di Lazzaro è il settimo segno di Gesù nel vangelo di Giovanni, l'ultimo prima della sua morte. In lui si mostra la gloria di Dio, cioè, il potere salvifico che Dio dispiega in favore degli uomini attraverso l'opera del Figlio: Gesù si rivela vincitore della morte, prefigurando la sua stessa resurrezione e la resurrezione alla fine dei tempi.
Il dialogo con Marta ci offre l'interpretazione del segno realizzato da Gesù (vv. 21-27). Davanti alla promessa di Gesù che il fratello morto resusciterà, Marta non dubita di manifestare la sua fede nella resurrezione dei morti alla fine dei tempi (v. 24). Gesù, tuttavia, le dice: "Io sono la resurrezione e la vita" (Gv 11,25). Le rivela che lui è ed opera la resurrezione, perché è la vita; le rivela che il dono della resurrezione è già una realtà presente e non solo destinata al futuro escatologico. Nella sua condizione mortale, il credente riceve una vita superiore; e finendo la sua esistenza storica, la morte fisica non rappresenta una fine assoluta.
Davanti alla rivelazione di Gesù, l'evangelista mette sulla bocca di Marta la confessione di fede propria della comunità cristiana: "Io credo che tu sei il Messia, il Figlio di Dio, che deve venire nel mondo" (Gv 11,27). La frase contiene tre titoli cristologici propri dal vangelo di Giovanni (cf. Gv 1,49-51; 6,69; 20,29).
Il momento culminante è l'arrivo di Gesù al sepolcro. Davanti alla realtà della morte, Gesù invita Marta ad avere fede (v 40). Affronta la morte pregando, con una preghiera che è gratitudine al Padre e rivelazione per gli uomini (vv. 41-42). Il Figlio non ha niente da chiedere, poiché "il Padre ha messo tutto nelle sue mani" (Gv 3,35), ma deve proclamare al mondo la sua unità col Padre "perché credano che tu mi hai inviato" (v 42).
Alla fine risuona potente la parola di Gesù: "Lazzaro, vieni fuori" (v. 43). La sua parola vince la morte, come la parola del Creatore fece sorgere la vita all'inizio della creazione (cf. Gn 1; Rm 4,17). Gesù chiama Lazzaro a "uscire" dal regno della morte (cf. Sal 88,6-7), poi chiede ai presenti che lo "sciolgano e lo lascino andare" (v 44). "Scioglierlo" dalle bende è un gesto che esprime la sua liberazione "dai lacci degli inferi e dagli agguati della morte" (cf. Sal 17,5-6; cf. Atti 2,24).

SILVIO JOSÉ BÁEZ

domenica 3 aprile 2011

IV DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO
3 Aprile 2011














Colore liturgico: Viola o Rosace

Antifona d'ingresso

Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi.
Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza:
saziatevi dell’abbondanza
della vostra consolazione. (cf. Is 66,10-11)

Colletta

O Padre, che per mezzo del tuo Figlio
operi mirabilmente la nostra redenzione,
concedi al popolo cristiano
di affrettarsi con fede viva e generoso impegno
verso la Pasqua ormai vicina.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Sam 16,1.4.6-7.10-13)
Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.

Dal primo libro di Samuele
In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 22)

Rit: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA (Ef 5,8-14)
Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà.


Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto:
«Svégliati, tu che dormi,
risorgi dai morti
e Cristo ti illuminerà».
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 8,12)
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!


Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

VANGELO (Gv 9,1-41 (forma breve: Gv 9,1.6-9.13-17)
Andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».
Parola del Signore.

Preghiera dei fedeli

Il Signore Gesù ci ha rivelato il Padre come amore senza misura. Per questo osiamo elevare a lui le nostre preghiere, che egli ascolterà con benevolenza, chiedendogli di concederci ciò che è conforme al suo disegno provvidenziale.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa, sull’esempio del Signore Gesù, sappia essere "luce del mondo", annunciando a tutti gli uomini la verità del Vangelo e orientamenti di vita conformi al cuore di Dio, preghiamo.

2. Perché coloro che governano le nazioni sappiano discernere le vie migliori per promuovere la dignità di ogni uomo, specialmente dei più poveri e bisognosi, preghiamo.

3. Per tutti coloro che sono colpiti da invalidità o malattia, perché trovino consolazione nella Parola del Vangelo e, nella nostra vicinanza fraterna e cordiale, un segno dell’amore di Dio, preghiamo.

4. Per coloro che sono smarriti o stanchi di cercare la verità nella loro vita, perché il Signore Gesù irrompa nel loro cuore e illumini la loro mente, affinchè possano fare esperienza della bellezza dell’essere cristiani, preghiamo.

5. Per noi, perché ristorati da questa santa Eucaristia, possiamo camminare sulle strade della vita disseminando sul nostro cammino opere di giustizia, di pace, di carità fraterna, preghiamo.

O Padre, guidaci sulla via della conversione e dell’amore, perché impariamo a vivere secondo il Vangelo e nel generoso servizio del prossimo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Ti offriamo con gioia, Signore,
questi doni per il sacrificio:
aiutaci a celebrarlo con fede sincera
e a offrirlo degnamente per la salvezza del mondo.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO
Il cieco nato e Cristo luce del mondo.


È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Nel mistero della sua incarnazione
egli si è fatto guida dell’uomo
che camminava nelle tenebre,
per condurlo alla grande luce della fede.
Con il sacramento della rinascita
ha liberato gli schiavi dell’antico peccato
per elevarli alla dignità di figli.
Per questo mistero
il cielo e la terra intonano un canto nuovo,
e noi, uniti agli angeli,
proclamiamo con voce incessante la tua lode: Santo...

Antifona di comunione

“Il Signore ha spalmato un po’ di fango sui miei occhi:
sono andato, mi sono lavato, ho acquistato la vista,
ho creduto in Dio”. (cf. Gv 9,11)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che illumini ogni uomo
che viene in questo mondo,
fa’ risplendere su di noi la luce del tuo volto,
perché i nostri pensieri
siano sempre conformi alla tua sapienza
e possiamo amarti con cuore sincero.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE

(Rallegriamoci! Oramai non siamo più ciechi)


Mancano tre settimane alla Veglia Pasquale. I catecumeni, nelle chiese di tutto il mondo, saranno battezzati, e noi, con le candele accese nelle mani, rinnoveremo il nostro battesimo. In questa prospettiva, oggi ci sentiamo interiormente pieni di gioia: eravamo ciechi, spiritualmente, e Gesù, la luce del mondo, ci ha aperto lo sguardo interiore, come aprì gli occhi al cieco del vangelo. Ora, mentre proseguiamo l’itinerario quaresimale, gli chiediamo di continuare a purificarci per vedere di più. "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio", ci aveva detto.

(Gesù va al sodo)

Davanti a quel cieco, gli apostoli si domandavano: Di chi è la colpa perché quest’uomo nascesse cieco? E continuavano: Magari i suoi genitori? Magari lui stesso? Avrebbero potuto perdere un mucchio di tempo in discussioni... senza che al povero cieco non ne venisse niente di buono. L'atteggiamento di Gesù era un altro: lui aveva la mentalità del salvatore. Sentiva l'urgenza di sfruttare il giorno per fare le opere di Dio. Mentre sono nel mondo, diceva, sono la luce del mondo. E subito dopo si mette a dare la luce al cieco: fa un po' di fango, lo spalma sugli occhi del cieco e lo manda a lavarsi alla piscina di Siloe. Quando ritorna, il cieco non è più cieco oramai. Gli mancava ormai solo la luce della fede.

(Com’è difficile, a volte, avere la vista buona)

Tra il nostro sguardo e la realtà spesso si frappongono interferenze che non ci lasciano vedere. Osserviamo il testo evangelico. Una prima interferenza può essere magari l'abitudine, le solite cose, la tradizione... I presenti hanno sempre visto la cecità di quel mendicante e fanno fatica ad accettare che abbia recuperato la vista. Alcuni dicono: effettivamente è lui. Ma altri, più fedeli a ciò che si è sempre fatto visto... preferiscono pensare che si tratti di uno che gli assomiglia. Il cieco si vede obbligato ad intervenire: sono proprio io. Ma i dubbi non vanno via facilmente.

(Non c'è peggior cieco di quello che non vuol vedere)

Ma c'è un'interferenza ancora peggiore dell’abitudine: quella dei pregiudizi trasformati in certezza, quella dell'ideologia presa come dogma. Era il caso dei farisei.
Essi vedevano che il cieco aveva recuperato la vista, ma si trattava di un fatto che contraddiceva le loro idee: da quale parte avrebbero dovuto pendere? E, contro la realtà, optano per le proprie idee. Quello non poteva essere vero, perché Gesù era un peccatore che non osservava il riposo sabbatico. Ma non possono evitare la sensazione di essere nel falso... e diventano aggressivi col cieco e coi suoi genitori. Questi, da parte sua, non senza un punto di ironia, si attiene all'accaduto e si meraviglia dell'incapacità di accettarlo che mostrano i farisei.

(Eravate tenebre, ora siete luce nel Signore)

Ce l'ha ricordato l'apostolo Paolo nella seconda lettura: "Un tempo eravate tenebre, ora siete luce nel Signore". La Quaresima - non lo dimentichiamo - è tempo di conversione, è strada verso la luce piena. Stiamo attenti alle interferenze. Quella dell’abitudine: la nostra vita può essere diversa, le nostre abitudini non sono inamovibili... Quella dei pregiudizi: mettiamo al primo posto la nostra esperienza cristiana e lasciamo in secondo piano i luoghi comuni, più o meno ben motivati che ci perturbano e c'impediscono di vivere a fondo la fede. Ci farà bene relativizzare l'eccesso di disquisizioni di fronte alla sofferenza umana: l’importante è agire, come Gesù con il cieco. Lui non è venuto a giudicare, ma a salvare. Che risuoni nel nostro cuore, nel tempo che ci rimane di Quaresima, la domanda essenziale del Signore: "Credi tu nel Figlio dell'uomo"?. Quando il cieco afferma "Credo, Signore"... per lui è giunta la Pasqua.

JOAN CARRERA