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martedì 27 luglio 2010

XVIIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LA LITURGIA DEL GIORNO:
AGOSTO 2010



Grado della Celebrazione: DOMENICA

Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso


O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza:
Signore, non tardare. (Sal 70,2.6)

Colletta

Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre,
e assisti il tuo popolo,
che ti riconosce suo pastore e guida;
rinnova l’opera della tua creazione
e custodisci ciò che hai rinnovato.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Qo 1,2;2,21-23)

Quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica?

Dal libro del Qoèlet
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)

Rit: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

SECONDA LETTURA (Col 3,1-5.9-11)

Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 5,3)

Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.


VANGELO (Lc 12,13-21)

Quello che hai preparato, di chi sarà?

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

Gesù ci chiede di non lasciare che le difficoltà o le soddisfazioni ci facciano perdere di vista la gioia che ci guida e ci attende: l’amore di Dio.
Preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Signore, la sapienza del cuore.

1. Perché la scienza non ci illuda che la felicità è una questione di causa ed effetto. Preghiamo.

2. Perché le logiche della razionalità economica non ci facciano dimenticare che le persone non sono né risorse né problemi, ma fratelli. Preghiamo.

3. Perché la pazienza necessaria a raccogliere i frutti della bontà non ci faccia mai sentire degli sciocchi rispetto ai disonesti. Preghiamo.

4. Perché la morte non sia occasione di tremendo turbamento o una preoccupazione da scacciare, ma un utile metro di giudizio su ciò per cui vale veramente spendere il nostro tempo. Preghiamo.

O Padre, la stretta delle necessità di ogni giorno e la sensazione di precarietà di fronte alla forza della natura ci fanno sentire inermi. Fa’ che il nostro rapporto con te sia sorgente di sicurezza e di pace. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo
e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita
in unione alla vittima spirituale,
il tuo servo Gesù,
unico sacrificio a te gradito.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Antifona di comunione

Ci hai mandato, Signore, un pane dal cielo,
un pane che porta in sé ogni dolcezza e soddisfa ogni desiderio. (Sap 16,20)

Preghiera dopo la comunione

Accompagna con la tua continua protezione, Signore,
il popolo che hai nutrito con il pane del cielo,
e rendilo degno dell’eredità eterna.
Per Cristo nostro Signore

MEDITAZIONE

Non si può negare che la prima lettura e il vangelo abbiano un tono molto serio, in contrasto con questo tempo di diversione, di feste di paese o di quartiere, di campeggi e vacanze estive. “Vanità delle vanità, tutto è vanità” afferma solennemente l’inizio del libro del Qoelet.

Indicherò tre idee, un po’ particolari, che ci aiuteranno ad applicare questi testi alla nostra vita di oggi.

(Eredità)

Prima idea. Nel vangelo si parla di eredità, qualcosa di cui non si sente quasi mai parlare nei libri sacri. E nella prima lettura si menziona un uomo che ha lavorato per tutta la sua vita e deve lasciare il frutto delle sue fatiche a chi non ha lavorato. Conosciamo tutti famiglie che sono entrate in grave conflitto per motivi di eredità o per la mancanza di un testamento ben fatto. Possiamo trarre una conclusione chiara: Gesù afferma in modo netto che lui non ha nulla a che fare con i casi di spartizione di eredità, ma non gli piace per nulla vedere dei famigliari accapigliarsi per un testamento mal fatto o perché il testamento non c’è. È importante tenere ben a posto queste cose, anche se non siamo dei grandi possidenti. L’esperienza ci insegna che è sufficiente un nulla per far litigare dei fratelli. Gesù non è venuto a spartire eredità, noi cristiani però, e in fondo tutti, dobbiamo fare in modo di evitare che si producano delle possibili inimicizie. Ecco allora un punto poco abituale in un’omelia ma che può essere molto concreto.

(Quando si ha denaro)

Seconda idea: la parabola dell’uomo che ebbe un abbondante raccolto e iniziò a fare grandi progetti per ampliare i suoi granai; senza saperlo però aveva le ore contate. Questo fa nascere un’altra riflessione che a qualcuno può andar bene. Oggi la persona che si dedica ad un’attività nella quale lavorano anche altri è logico che debba lasciarsi guidare dalla logica della produzione e del profitto. Se non lo fa l’impresa non andrà bene. Ma allora, che cosa avviene se uno si trova in questa situazione e vuole essere un buon cristiano? Io raccomanderei a chi conduce una grande impresa di non dimenticare che tutti abbiamo la vita appesa a un filo. Quando uno esercita un potere, di qualsiasi tipo, corre il pericolo di credersi un dio. Chi tiene presente di essere un uomo e che anche lui dipende da Dio, anche se ha un potere, non diventerà mai un despota e tratterà sempre coloro che ha sotto di lui con umanità. Senza ossessionarci per questo, può essere opportuno pensare ogni tanto che siamo precari.

(Le pensioni)

Ancora una riflessione, abbastanza atipica: Un buon numero di coloro che siamo qui è già anziano e, chi più chi meno, tutti pensiamo: “Che cosa sarà del nostro futuro?”.
Spesso critichiamo il tempo presente perché vediamo solo quello che va male. Dobbiamo però riconoscere che ci sono degli aspetti nei quali siamo andati avanti. Si può dire che oggi la maggior parte delle persone che ha lavorato ha la sua pensione. La pensione è il futuro del lavoratore. Tra tutti, soprattutto i politici, dobbiamo fare in modo che tutti possano godere di una pensione degna. Ricordo la lotta degli anni sessanta perché venissero elevate le pensioni delle vedove, e ricordo come molte vedove cristiane lottarono per questo. Dio non vuole un mondo pieno di persone anziane prive del necessario. Dio vuole che tutti possiamo vivere degnamente. E magari dalla nostra pensione, anche se non eccessivamente ricca, possiamo togliere qualcosa per i poveri, in modo da essere “ricchi davanti a Dio”.

FREDERIC RÁFOLS

venerdì 23 luglio 2010

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (anno C)-

LA LITURGIA DEL GIORNO-

























Grado della Celebrazione: DOMENICA-
Colore liturgico: Verde-

Antifona d'ingresso
Dio sta nella sua santa dimora;
ai derelitti fa abitare una casa,
e dà forza e vigore al suo popolo. (Sal 68,6-7.36)

Colletta
O Dio, nostra forza e nostra speranza,
senza di te nulla esiste di valido e di santo;
effondi su di noi la tua misericordia
perché, da te sorretti e guidati,
usiamo saggiamente dei beni terreni
nella continua ricerca dei beni eterni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gen 18,20-32)
Non si adiri il mio Signore, se parlo.

Dal libro della Gènesi
In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».
Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore. Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».
Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 137)
Rit: Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano.

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

SECONDA LETTURA (Col 2,12-14)
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, perdonando tutte le colpe.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi
Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di
Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Rm 8,15)
Alleluia, alleluia.
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,
per mezzo del quale gridiamo: Abbà! Padre!
Alleluia.

VANGELO (Lc 11,1-13)
Chiedete e vi sarà dato.

+ Dal Vangelo secondo Luca
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Gesù ci insegna ad avere fiducia nel fatto che il Padre sempre ascolta le nostre invocazioni.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore, insegnaci a chiamarti Padre.

1. Perché non ci stanchiamo mai di cercare e di chiedere giustizia. Preghiamo.

2. Perché sappiamo sempre che l’unica rottura che può recidere il nostro rapporto col Padre è il nostro rifiuto. Preghiamo.

3. Perché siamo sempre coscienti che nel nostro battesimo siamo entrati a far parte di una comunità nella quale ci rivolgiamo ad un unico Padre. Preghiamo.

4. Perché impariamo ad accogliere l’immagine di Dio che ci è rivelata nel Vangelo. Preghiamo.

O Padre, la tua volontà di chiamarci “figli” supera la nostra capacità di riconoscerti come Padre. Aiutaci ad accettare quanto è meraviglioso ciò che siamo insieme a te. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Accetta, Signore, queste offerte
che la tua generosità ha messo nelle nostre mani,
perché il tuo Spirito, operante nei santi misteri,
santifichi la nostra vita presente
e ci guidi alla felicità senza fine.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione
Anima mia, benedici il Signore:
non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 103,2)

Preghiera dopo la comunione
O Dio, nostro Padre, che ci hai dato la grazia
di partecipare al mistero eucaristico,
memoriale perpetuo della passione del tuo Figlio,
fa’ che questo dono
del suo ineffabile amore
giovi sempre per la nostra salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE

(Abramo, modello di preghiera)

Domenica scorsa Abramo ci era proposto come esempio di accoglienza e di ospitalità, virtù di grande attualità in un mondo come il nostro. Oggi Abramo ci viene proposto come modello di preghiera. Ecco i fatti: c’era una città piena di vizi nella quale viveva un parente di Abramo, Sodoma, un nome che è diventato simbolo della corruzione. E la minaccia del castigo di Dio è molto grande.
Abramo però era un uomo di fede e inizia ad intercedere in favore della città malvagia. Inizia così una specie di gara affascinante tra il patriarca e Dio. Se si dovessero trovare nella città cinquanta innocenti, la città sarà perdonata? E se ce ne fossero solo quarantacinque? Abramo era un uomo di grande fede, ma vedeva anche la cruda realtà, per cui abbassa sempre di più la cifra. E se ne troviamo solo quaranta? o solo trentacinque? e se arriviamo solo a trenta? e se fossero solo venti? e se non superano i dieci? Dio non distruggerà la città per riguardo a quei dieci.

(Ci manca lo Spirito)
Trasferiamo questo brano ai nostri giorni. Non lasciamoci ingannare: la gente pensa poco a Dio e molti giovani vivono al margine della fede. Noi stessi siamo pieni di difetti. E attorno a noi capitano delle cose che non dovrebbero capitare. Cerchiamo di essere realisti, non chiudiamo gli occhi di fronte all’evidenza. Nonostante tutto però noi continuiamo a pregare.
Perché Abramo, nonostante veda con chiarezza i difetti del suo popolo, continua a pregare per lui? Perché il patriarca, che così bene conosceva il cuore dell’uomo, conosceva ancora meglio il cuore di Dio. Mi sembra che più preghi, se la preghiera è come si deve, più ami le persone. Per questo dobbiamo pregare giorno e notte. In tutte le messe che si celebrano nel mondo, alla domenica. sempre c’è la preghiera dei fedeli. Ci rivolgiamo al cuore di Dio perché abbia compassione del nostro mondo, il quale, benché abbia fatto molte conquiste, ha anche molti difetti.
Il mondo in cui viviamo ha fatto molti progressi nella tecnica, nella medicina, ha migliorato in quello che chiamiamo “il benessere”... In tutto questo niente di male. Però in molte parti di questo mondo manca ciò che è più importante e decisivo e che viene proprio chiesto nel vangelo di oggi: manca lo Spirito. Chiediamolo. Prima della consacrazione perché renda presente Cristo tra noi e dopo la consacrazione perché ci dia i “frutti dello Spirito”: l’amore, la gioia, la pace, la pazienza, la bontà, la fiducia, la mansuetudine, la sobrietà” (Galati 5,22).

(Chiedere a Gesù che ci insegni a pregare)
C’è però ancora qualcos’altro. Nel vangelo vediamo come gli apostoli rivolgano a Gesù una richiesta che senz’altro anche noi abbiamo formulato più di una volta: “Signore, insegnaci a pregare”. Di sicuro tutti, anche se gli anni vanno avanti, ci rendiamo conto di dover ripetere questa richiesta, perché non sappiamo pregare. Chiedere a Dio che ci insegni a pregare è riconoscere che pregare è un dono di Dio, non un frutto dello sforzo umano. Ed è proprio qui la differenza tra come vediamo la preghiera noi e come l’hanno vista santi come Teresa d’Avila, S. Giovanni della Croce, S. Teresina del Bambino Gesù. Per loro la preghiera non era né un obbligo né un sacrificio. Era una gioia, un dono di Dio. Con le comunità oranti, con le monache e i monaci contemplativi che magari conosciamo possiamo dire anche noi: “Insegnaci, Signore, a godere della preghiera. Che non sia per noi un obbligo pesante ma il respiro gioioso della nostra vita di credenti”.

(La tenerezza di Dio)
E per concludere: avete colto la tenerezza contenuta nella duplice parabola sulla preghiera? Dio è come l’amico che non abbiamo paura di svegliare nella fredda notte per chiedergli un pane. Dio è come il padre che si ammazza di lavoro per dare un pesce a suo figlio. Ci domandiamo: Forse c’è qualcosa di più grande di un padre, di una madre, di un vero amico? Si, c’è. È la bontà del Signore, alla quale possiamo rivolgerci giorno e notte.

FREDERIC RÀFOLS

giovedì 15 luglio 2010

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso

Ecco, Dio viene in mio aiuto,
il Signore sostiene l’anima mia.
A te con gioia offrirò sacrifici
e loderò il tuo nome, Signore,
perché sei buono. (Sal 54,6.8)

Colletta
Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore,
e donaci i tesori della tua grazia,
perché, ardenti di speranza, fede e carità,
restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gn 18,1-10)
Signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo.

Dal libro della Gènesi
In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 14)
Rit: Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua.
Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

SECONDA LETTURA (Col 1,24-28)
Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi
Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Lc 8,15)

Alleluia, alleluia.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono,
e producono frutto con perseveranza.
Alleluia.

VANGELO (Lc 10,38-42)
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Gesù si fa presente nella vita di ciascuno di noi nella nostra situazione ordinaria, e offre il suo dono di grazia. Chiediamo al Signore di saperlo riconoscere, accogliere ed ascoltare
.
Preghiamo insieme e diciamo: Fa’ che ti riconosciamo, Signore.

1. Perché la Chiesa sappia testimoniare nella solidarietà e nella carità la misericordia del Signore per tutta l’umanità. Preghiamo.

2. Per il papa, i vescovi, i presbiteri e i diaconi. Perché siano prima di tutto discepoli, accolgano il maestro nelle loro vite e diventino così esempi e maestri di vita spirituale. Preghiamo.

3. Perché tutti i credenti riconoscano il Signore che viene loro incontro e lo sappiano annunciare al mondo con fedeltà e gioia. Preghiamo.

4. Per i malati che vivono nella loro carne e nel loro spirito la sofferenza e la debolezza. Perché siano rafforzati dalla grazia del Signore. Preghiamo.

Ascolta, Signore, le nostre invocazioni, e fa’ che sappiamo tradurle in concreti itinerari di vita spirituale e servizio dei fratelli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

O Dio, che nell’unico e perfetto sacrificio del Cristo
hai dato valore e compimento
alle tante vittime della legge antica,
accogli e santifica questa nostra offerta
come un giorno benedicesti i doni di Abele,
e ciò che ognuno di noi presenta in tuo onore
giovi alla salvezza di tutti.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
buono è il Signore e misericordioso,
egli dà il cibo a coloro che lo temono. (Sal 111,4-5)

Preghiera dopo la comunione

Assisti, Signore, il tuo popolo,
che hai colmato della grazia di questi santi misteri,
e fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato
alla pienezza della vita nuova.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
(L’ospitalità)


Nelle letture di oggi vengono evidenziati soprattutto due aspetti:
il primo è quello dell’ospitalità, così ben tratteggiata nella prima lettura e poi ben sottolineata nell’accoglienza che Gesù riceve da Marta e Maria. Inoltre la prima lettura sembra essere stata scritta pensando a questi giorni di caldo. Abramo, seduto all’entrata della tenda nel momento di grande caldo forse aspettando un pochino di brezza, vede i tre uomini in piedi davanti a lui e si affretta ad attenderli. Nel vangelo abbiamo visto Marta e Maria accogliere molto contente l’ospite divino, l’una in modo indaffarato e l’altra nella contemplazione.
La grande accoglienza di ospiti e forestieri è una costante nel popolo di Gesù. Un sacerdote missionario in Camerun (tutta l’Africa conserva tradizioni che sono abituali nel contesto evangelico) spiegava che ancora oggi, se ti accontenti del poco che ha la gente, accettando l’ospitalità dei vari villaggi, puoi attraversare l’intero continente.
Con la grande mobilità che c’è al nostro tempo di persone che cercano di migliorare il loro tenore di vita e di trovare lavoro, ci rendiamo conto che l’accoglienza dell’emigrante, l’accoglienza del forestiero non è qualcosa del passato o reminiscenza di costumi orientali. Tutti conosciamo la problematica, che molto spesso finisce in tragedia, delle ondate di persone che fuggendo dalla fame dei loro paesi si arrischiano a venire nella prospera Europa, alcuni nel nostro paese, rischiando molte volte anche la vita.
È un problema che supera le possibilità delle parrocchie e delle diocesi, al quale però va dato anche il nostro deciso apporto personale. Come ci sono di aiuto le parrocchie che sanno aprire le loro porte agli immigrati irregolari! Certamente avvicinano la Chiesa ai poveri e, come dice la lettera agli Ebrei, “forse, senza saperlo, hanno accolto degli angeli” (Eb 13,2). Siamo loro riconoscenti per la loro testimonianza evangelica.

(Maria è seduta ai piedi del Signore)

L’altro aspetto è quello di Maria seduta ai piedi del Signore. È simbolo della preghiera contemplativa: ai piedi di Gesù ascolta la sua parola. Permettetemi di fare riferimento ad un luogo che può essere immagine viva di quanto ci spiegava il vangelo: la casa delle Piccole Sorelle di Gesù in Roma. Le religiose, che sono presenti nei luoghi più poveri del mondo, periodicamente si ritrovano lì, alle “Tre Fontane”, vicino alla Basilica di S. Paolo fuori le Mura, dove vivono in baracche prefabbricate. Quello che più impressiona il visitatore è vedere come nella cappella, dove c’è il Santissimo esposto, ci sia sempre un gruppetto di sorelle che pregano in silenzio, sedute su sgabelli o inginocchiate sul pavimento. Si possono vedere anche persone dall’aspetto stravagante, che condividono il silenzio imbevuto di preghiera. Posti così ci aiutano a capire meglio il brano del vangelo. Le sorelle delle “Tre Fontane”, come tante altre in tanti altri posti, continuano a fare quello che faceva Maria. Sono un’omelia vivente del vangelo di oggi.
Tutti dobbiamo preoccuparci di avere dei momenti di silenzio e di pace, per ritrovare Gesù e per ritrovare noi stessi. Forse l’estate è l’occasione più propizio per questo. A volte, come diceva S. Agostino, può essere bello pregare mentre si sta passeggiando e pensare come vedo me stesso, come vedo gli altri, come vedo Dio. È molto importante parlare con se stessi nel silenzio e nella pace. E normalmente questo tempo di quiete si conclude con l’ascolto di Gesù nel vangelo. Durante la celebrazione della Messa forse molto spesso vogliamo spiegare troppe cose, vogliamo cantare molti canti... e non troviamo il momento per un po’ di silenzio ai piedi del Maestro. Un padre di famiglia diceva a un fratello sacerdote: “Volete talmente che tutti partecipino alla celebrazione che non lasciate partecipare allo Spirito Santo!”.
Assicurare un posto nella nostra vita alla contemplazione, valorizzare i momenti di silenzio nella celebrazione, ecco il frutto che possiamo cogliere dalla messa di oggi.

FREDERIC RÁFOLS

giovedì 8 luglio 2010

LA LITURGIA DEL GIORNO - XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)





















Grado della Celebrazione: DOMENICA

Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
Nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. (Sal 17,15)

Colletta
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità,
perché possano tornare sulla retta via,
concedi a tutti coloro che si professano cristiani
di respingere ciò che è contrario a questo nome
e di seguire ciò che gli è conforme.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Dt 30,10-14)

Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica.

Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima.
Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)

Rit: I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

SECONDA LETTURA (Col 1,15-20)
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi
Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua crocesia
le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 6,63.68)

Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.

VANGELO (Lc 10,25-37)
Chi è il mio prossimo?

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».   Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Cristo non ci chiede di vivere la sua parola da spettatori esterni. La fedeltà alla propria missione gli è costata la vita. Anche noi, per essere Cristiani, dobbiamo dare noi stessi.

Preghiamo insieme e diciamo: Signore, fa’ che la tua parola s’incarni in noi.

1. Perché non rimandiamo mai nessun atto d’amore ad un ipotetico domani. Preghiamo.
2. Perché la nostra fedeltà alla giustizia sia all’altezza di quella che chiediamo agli altri. Preghiamo.
3. Perché impariamo a considerare la sequela di Gesù una scelta che realizza la nostra vita. Preghiamo.
4. Perché ci ricordiamo sempre che molti degli atti più grandi nell’amore sono stati compiuti dai piccoli e dagli ultimi. Preghiamo.
O Padre, la tua forza supera di gran lunga la nostra. Aiutaci a fare il bene anche quando le nostre possibilità vacillano. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Guarda, Signore,
i doni della tua Chiesa in preghiera,
e trasformali in cibo spirituale
per la santificazione di tutti i credenti.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Il passero trova la casa, la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio ree mio Dio.
Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi. (Sal 84,4-5)

Preghiera dopo la comunione

Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa,
fa’ che per la comunione a questi santi misteri
si affermi sempre più nella nostra vita
l’opera della redenzione.
Per Cristo nostro Signore.
Il brano del vangelo di oggi non ha certo bisogno di spiegazione, perché è chiaro come l’acqua. Iniziamo con un appunto iniziale. Due domeniche fa il vangelo parlava di alcuni samaritani che non volevano accogliere Gesù e i suoi discepoli che erano diretti a Gerusalemme; oggi Gesù ci presenta addirittura un samaritano come modello da imitare. Forse il vangelo lo mette sul piedistallo per farci capire che a questo mondo c’è di tutto e che dobbiamo rifiutare i giudizi troppo generalizzati sulla condotta delle persone.


MEDITAZIONE

(Il maestro della Legge)
Il maestro della Legge non era in buona fede, poiché voleva mettere in difficoltà Gesù, ma non lo ringrazieremo mai abbastanza per il suo intervento. Forse, senza di lui, non conosceremmo il Buon Samaritano, la parabola di Gesù che è il fondamento della nostra condotta.
Il maestro della Legge fece questa domanda a Gesù: "Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna"? E Gesù gli risponde con un'altra domanda: "Che cosa è scritto nella Legge? Che cosa vi leggi"? Con la sua risposta il maestro della Legge rivela di conoscere bene la Bibbia. Gesù gli dà la ragione e gli dice che se mette in pratica quello che ha detto vivrà. Lui, però, chiede ancora a Gesù, "volendo giustificarsi” che gli spieghi chi è questo prossimo che bisogna amare. Ed ecco la risposta di Gesù: la parabola del samaritano.(Una lezione eccezionale)
Gesù con questa magnifica parabola ci dà una lezione eccezionale. Spesso ci domandiamo: Che cosa devo fare? Che senso ha o può avere la mia vita? Guardiamo, allora, alle parole di Gesù e al suo insegnamento. Sono parole comprensibili da tutti. Una gran lezione che di nuovo ricordiamo oggi. Dobbiamo impararla molto bene, ma soprattutto viverla.
Guardiamo la parabola di Gesù. Il fatto accade lungo il tratto che unisce Gerusalemme a Gerico. Un uomo, vittima di alcuni ladri, rimane gravemente ferito ed ha bisogno di aiuto urgente. Passano di lì un sacerdote ed un levita che non si occupano del ferito. Anzi, girano al largo e proseguono la loro strada. Sicuramente non volevano contagiarsi per non rimanere impuri, poiché la legge diceva che il contatto col sangue e con la morte rendeva impura una persona. E sicuramente essi andavano ad offrire un sacrificio. Sono persone importanti del culto e devono osservare la purezza rituale per poter esercitare le loro funzioni. Non dubitano. La Legge proibiva loro di prestare soccorso. E forse se proseguono con la coscienza del tutto tranquilla. Questa potrebbe essere la spiegazione più benevola del loro atteggiamento.
Qui, come in tante altre occasioni, Gesù si oppone alla Legge, perché dà più importanza al suo compimento che all'attenzione agli altri.Per Gesù, l'amore alla persona è sempre prioritario. L'attenzione ai poveri ed ai bisognosi è la cosa più importante.
(Il Buon Samaritano)
Il samaritano è il centro di questo vangelo. Che cosa fa questo samaritano? Osserviamo bene. Lascia perdere immediatamente tutti i suoi impegni e si dedica totalmente a servire il malcapitato stremato. I samaritani erano considerati eretici dagli ebrei e non parlavano con loro. Inoltre, il posto luogo in cui è ambientata la parabola è territorio ebraico ed anche il ferito era sicuramente ebreo. Il samaritano prescinde da tutto questo e vede solo la persona che ha bisogno di un aiuto urgente.
Luca ci presenta una delle pagine più belle del Bibbia Quante lezioni ci da questo samaritano anonimo! Per questo fatto ha già un nome proprio. È il Buon Samaritano. Il suo nome è entrato nella storia.
Gesù ci propone il Buon Samaritano come un modello per tutti noi. Osserviamo con che affetto ed amore serve il ferito. "Gli fece pena". Ha compassione di lui, cioè: soffre con lui. Fa sua la sofferenza di quel disgraziato. Disinfetta le sue ferite e le benda. Lo carica sulla cavalcatura e lo porta alla locanda... Che prova d’amore! Amore, manifestato nell'affetto e nella tenerezza. Amore efficace e generoso!
(Tu fai lo stesso)
Il vangelo che abbiamo proclamato finisce con le parole di Gesù rivolte al maestro della Legge ed a tutti noi: "Va’, e fai lo stesso". Ora tocca a noi fare come il Buon Samaritano. E possiamo domandarci: "Chi è il mio prossimo?". Il prossimo è quello che mi fa cambiare i piani. Il prossimo è mio figlio, il mio compagno, i miei vicini, i malati che aspettano la mia visita, la persona che deve essere ascoltata. Il prossimo è l'immigrato, la persona che si sente sola, quelli che non hanno i "documenti"... Non so chi potrà essere il mio prossimo oggi, domani… Si tratta solo di essere attenti e di non girare al largo.
Certamente oggi Gesù ci aprirà gli occhi e fortificherà il nostro cuore per farci comprendere quale deve essere il nostro modo di agire. L'Eucaristia è la forza e l'alimento che Gesù ci offre di nuovo oggi per renderci simili al Buon Samaritano.

JOAN SOLER

venerdì 2 luglio 2010

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

























Antifona d'ingresso
Ricordiamo, o Dio, la tua misericordia
in mezzo al tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode
si estende ai confini della terra;
di giustizia è piena la tua destra. (Sal 48,10-11)

Colletta
O Dio, che nell’umiliazione del tuo Figlio
hai risollevato l’umanità dalla sua caduta,
donaci una rinnovata gioia pasquale,
perché, liberi dall’oppressione della colpa,
partecipiamo alla felicità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 66,10-14)

Io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace.

Dal libro del profeta Isaìa
Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 65)

Rit: Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!».

«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,

e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.


SECONDA LETTURA (Gal 6,14-18)

Porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
Parola di Dio


Alleluia, alleluia.

La pace di Cristo regni nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.
Alleluia.

VANGELO (Lc 10,1-12.17-20)
La vostra pace scenderà su di lui.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Parola del Signore.

MEDITAZIONE
(Gesù c'invia)

Il vangelo che abbiamo appena ascoltato ci parla della missione che Gesù affidò ai suoi discepoli. Il numero settantadue è simbolico e significa che la predicazione del Regno è destinata a tutti i popoli e razze. È destinata a tutti ed è molto urgente, poiché "la messe è abbondante e gli operai pochi...". Gesù invia i discepoli a preparare il terreno nei posti in cui Egli andrà. È una missione evangelizzatrice.
Questo compito è oggi ancora più urgente, poiché nel nostro mondo globalizzato possiamo conoscere meglio la realtà ed i problemi. Il compito, dunque, è difficile e vasto. E gli operai sono pochi e magari si sentono stanchi e scoraggiati. Gesù, però, anche oggi c'invita a partecipare a questa missione. Se la parola di Dio penetra nel nostro cuore, potremo fare un lavoro grande, in molti modi, in sintonia con l'età che abbiamo, le ore che disponiamo e le nostre capacità. Tutti possiamo dire di sì alla chiamata di Gesù.
Ci sono alcuni atteggiamenti che sono per tutti e sono sempre evangelizzatori e creatori di speranza. Dobbiamo essere accoglienti, pieni di amore e di rispetto verso tutti. Con un cuore aperto ed affettuoso possiamo migliorare il nostro ambiente, possiamo migliorare il mondo, possiamo trasformarlo. Creare legami di comunione e reti di rapporti tra le persone.
(Gesù conta su noi)
Gesù s’attende la nostra risposta. E ci dice come dobbiamo andare equipaggiati. Innanzi tutto bisogna pregare: "Pregate, dunque, il padrone della messe che mandi operai alla sua messe". È necessaria la preghiera, che alimenta in noi il desiderio di seguire la chiamata di Gesù. Bisogna contare sull'aiuto di Dio. È Lui che c'invia ed è Lui che può cambiare i cuori. Ma chiede a noi di dare testimonianza di fede e di amore.
Oltre alla preghiera dobbiamo sentirci inviati. "Andate", dice Gesù. Non dobbiamo rimanere chiusi in casa, non dobbiamo vivere per noi soli. Bisogna uscire e fare il bene. Portare ovunque la bontà e l'amore. Stare accanto ai malati, a quelli che si sentono soli, a tutte le persone bisognose. Dobbiamo essere semplici ed accoglienti perché tutti possano comunicare con noi.
Senz’altro possiamo fare più di quello che pensiamo. Ma ogni azione comporta difficoltà. E Gesù ci mette sull’avviso: “Vi mando come agnelli in mezzo a lupi". È l'atteggiamento che Gesù ci chiede: essere buoni, avere un cuore buono. Non dobbiamo agire con diffidenza, ma con affetto e con tenerezza, con amore. Nel nostro mondo, però, c'è molta violenza. Bisognerà rimanere molto saldi nelle nostre convinzioni. Per questo bisogna amare molto ed agire con sincerità. Non dobbiamo fare le cose per interesse né per diplomazia né per essere ben visti dalla gente. Dobbiamo essere messaggeri di pace e di speranza.
(Annunciare il Regno di Dio)
Come possiamo annunciare il Regno di Dio? Lo potremo fare, se siamo liberi da ogni tipo di servitù e cerchiamo solo il bene degli altri senza nessun interesse: "Non portate borsa né bisaccia"... Il messaggio che portiamo non è fatto per ingannare gli altri né è un mezzo per ottenere dei benefici. È un messaggio generoso e disinteressato. Dobbiamo essere testimoni del Regno di Dio che è vita e speranza.
C'è anche un dettaglio importante nelle raccomandazioni di Gesù. Lui dice: "Restate nella medesima casa...". È vero che la missione è urgente. Ma bisogna fare un lavoro a fondo. Non bisogna agire precipitosamente. Bisogna avere tempo per creare relazioni umane solide. Bisogna creare legami profondi tra le persone.
Il messaggio è chiaro: pregare, agire, uscire da noi stessi, preparare il terreno al Signore, essere portatori di pace. Amare ed essere generosi.
Questa Eucaristia ci aiuti a sentirci degli inviati da Gesù a lavorare nel suo Regno, preparando le strade della fede. Diciamo con tutto il cuore nella preghiera del Padre nostro: "venga il tuo Regno...". Ed apriamo il nostro cuore a ricevere l'alimento fraterno alla mensa del Signore, perché il Banchetto eucaristico ci dia forza per essere missionari tra i nostri fratelli.

Preghiera dei fedeli
Chiediamo al Signore la grazia della libertà evangelica per essere fedeli al mandato di annunciarlo fra i nostri fratelli, e l’entusiasmo per testimoniare la bellezza della vita di discepoli.

Diciamo insieme: Rendici, Signore, annunciatori del Regno.

1. Per la chiesa, perché sollecita per la salvezza delle anime, annunci con coraggio la salvezza donata dal Signore nella croce di Cristo. Preghiamo.

2. Per il papa, i vescovi, i presbiteri e i diaconi, perché nutriti della Parola di Dio siano testimoni trasparenti della misericordia del Padre. Preghiamo.

3. Per tutti coloro che anelano a parole e gesti di consolazione. Perché incontrino sul loro cammino persone capaci di far risuonare nelle loro parole e nelle loro azioni l’annuncio della pace e della benevolenza di Dio. Preghiamo.

4. Perché le nostre comunità cristiane abbiano il coraggio e la creatività di intraprendere il rinnovamento del linguaggio e dei mezzi dell’annuncio del Vangelo. Preghiamo.

Dio, nostro Padre, donaci di essere sempre dediti alla missione che ci hai affidato, e di sapervi essere fedeli nelle realtà che ogni giorno viviamo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Ci purifichi, Signore,
quest’offerta che consacriamo al tuo nome,
e ci conduca di giorno in giorno
a esprimere in noi la vita nuova del Cristo tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Antifona di comunione
Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia. (Sal 34,9)

Preghiera dopo la comunione

Dio onnipotente ed eterno,
che ci hai nutriti con i doni della tua carità senza limiti,
fa’ che godiamo i benefici della salvezza
e viviamo sempre in rendimento di grazie.
Per Cristo nostro Signore.

giovedì 1 luglio 2010